domenica 24 maggio 2009

Digital Identity Card


Era una notte buia e tempestosa
Su specchio di città buia e fangosa
Il pianto di Silvia il gelo aveva rotto
Nel lontano novembre 1988.

E correva l’anno 1990
Quando una ninna nanna nuova già si canta:
tutti a far le smorfie a quel nuovo arrivato
che a chiamar Fratello avrei presto imparato.

Correvano i giorni,
Tra andate e ritorni:
gli amici, la scuola, tanto da fare
volti conosciuti, altri da incontrare…

Il calendario si ferma nel ’93 e più in là,
davanti al monitor del Commodore 64 di papà.
Nel ‘95 con Bumpy la palla passavan le ore
Il passaggio di livello fu il mio primo amore.

Poi lo lasciai dopo quattro anni di follia
E Ken e gli slugs divennero la mia mania.
Ma il mio fratellino, giocatore onorario,
S’era schierato col mitico Super Mario.

Così nel 2000, già rassegnata,
mi alleai con Street Fighter e l’allegra brigata.
Ma al Web devo la mia vera passione,
che rapì subito la mia attenzione.

Così nel 2007 pongo fine all’ “esser liceale”
Tra siti web e Google, lo strano animale.
La mail, la chat, i forum piazzati qua e là
Divennero lo sfondo dell’ingresso all’Università.

E tra motori di ricerca e sistemi operativi
Cerco di inventarmi argomenti costruttivi.
In un 2009 a metà tra il bene e il male,
Ecco a tutti la mia carta d’identità digitale.

Effetti speciali della maschera di Roscharch (Eng version)


venerdì 22 maggio 2009

Perchè "Roscharch"?


La cosa più curiosa di Roscharch? La sua maschera. Ricordo una scena del film in cui Roscahrch inizia a spiare gli Watchmen e si confonde perfettamente tra la gente perchè non ha la sua maschera.

Punto primo: problema dell'identità

Pirandello? Svevo? Ma prendete chi volete... Freud? Chi vi convince? Chi ne ha parlato meglio? Credo che non sia casuale quella frase prononciata da Roscharch nel momento in cui vede due dei suoi ex colleghi camminare per la città. "Non mi hanno riconosciuto, non avevo la maschera." Strano, vero? Un "personaggio" senza la sua maschera non viene riconosciuto. Se avesse la maschera sarebbe classificabile, riconoscibile. Eppure è quello che accade tutti i giorni... La gente è per come gli altri pensano che sia. Ma chi sono gli altri? Siamo noi, gli altri, nella società dove l'identità si perde nel senso che diventa sempre più "senso comune" e non più "senso pieno". Un senso, per quell'identità che l'individuo attribuisce a se stesso, nessun senso, per quell'identità che si perde nella giungla sociale e centomila sensi per tutte le identità che ognuno di noi ha nel momento in cui è dato "in pasto agli altri".

Punto secondo: Roscharch... il test

Il mistero della maschera di Roscharch deve essere ricercata nell'omonimo test proiettivo inventato dallo psichiatra svizzero Hermann Roscharch che lo elaborò nell'anno 1911. il test mira a comprendere, a scavare nella profondità del soggetto in relazione al rilievo delle capacità di percezione in relazione ai fenomeni che gli si prospettano. Il test consiste nel sottoporre il soggetto alla visione di dieci macchie d'inchiostro in modo da ottenere un materiale adatto a rivelare le differenze individuali nel modo di percepire. lo stesso Roscharch (personaggio) è stato sottoposto al test. Non ha funzionato. Perchè? Mente.
Sta anche qui, la follia, la coerenza di Roscharch. Folle e assurdo nel mentire, estremamente coerente con i pensieri che gli passano per la testa. L'odore della morte è tutto ciò che ricorda, la menzogna è tutto ciò che espone.

martedì 12 maggio 2009

David Bowie Style


sabato 9 maggio 2009

...E la storia continua...


Come avrete già capito, amo i fumetti che fanno pensare... Non che un Topolino o un Diabolik non lo facciano; ma preferisco quelli che ti danno davvero da pensare... quelli che non si capiscono alla prima lettura, quelli che ci fanno capire l'"oltre" della narrazione. Amo questo genere di fumetti e, fino ad ora, solo Moore c'è riuscito. E così, dopo il famoso blog di Elleboro postato l'anno scorso su quel pazzoide di V, (ricordate "V per vendetta"?)eccovene un altro, altrettanto folle: Roscharch degli Watchmen. detto questo non mi resta che augurarvi una buona visione, ragazzi...perchè...la storia continua!